Questa è storia comune a tutti noi:
È domenica, è estate, è ora di pranzo.
Nonno è sulla sua poltrona prefe seduto distante a soli 10 cm dal televisore a tubo catodico con il volume a bomba che fa vibrare vetri, resuscitare morti, chiamare la SIAE che ipotizza qualche party clandestino ma lui non curante maledice tutti i politici, le pubblicità che durano troppo, il gatto che non smette di miagolare.
Nonna è in cucina dalle 4 del mattino a preparare cibo per sfamare 5 generazioni ed ecco che ti chiama elencando nomi di figli, cugini e nipoti sino al quarto grado ma alla fine si ricorda il tuo nome e tu corri da lei.
“Porta il vino con la gazzosa (burda) a nonno, lavati le mani e siedi che tra poco si mangia”
Tutti insieme seduti al tavolo iniziate a mangiare: un bel piatto con 5 chili di pasta che devi crescere, le famose polpette al sugo, la verdura che ti fa bene, frutta che ti rinfresca, acqua che ti disseta. Per tua nonna se non mangi tutto rischi di morire di fame in 24 ore.
Sono le 17, pensi che il pranzo sia finito… e invece no!
Qua inizia il delirio “Ma non c’era sa….” Dice nonno.. “ itta???” Chiede nonna spaesata “uff… sa… oia … sa tasinanta… …” “ ahhhh e certu!” Risponde nonna “ eeeeee cussa” chiude nonno. Sai già che il compito di portare sa tasinanta è tuo, corri verso il freezer e porti tutto in sala da pranzo.
Tu sai che è la Viennetta, non c è bisogno di chiedere altro. Anche perché se chiedi cos e’ su TASINANTA finisce che te lo spiega in così tanto tempo che alla fine “CEE SA TASINANTA S’E’ TOTTU TASINANTARA”